PRESENTAZIONE

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Il COMITATO UTENTI PSICHIATRICI si è formato a Genova nel 2018, a seguito dell’incontro di due associazioni di utenti psichiatrici, Prato Onlus del Ponente e Idee Diverse Genova del Levante cittadino, le quali, pur mantenendo ognuna la propria identità e autonome iniziative nel territorio di riferimento, hanno deciso di iniziare a riunirsi regolarmente per raccogliere le proprie esperienze ed idee in una piattaforma organica a cui garantire una presenza comune, organizzata e attiva nell’ambito dei lavori del progetto “La città che cura – Patto per la Salute Mentale”.

Il Patto, avviato da ASL3 nel 2017 e presentato pubblicamente dal 7 al 13 maggio 2018 nell’ex Manicomio Provinciale di Genova Quarto in occasione del quarantennale della cosiddetta “Legge Basaglia”, rappresenta per il C.U.PS. un’opportunità da cogliere, pur nella consapevolezza di un cammino lungo e complesso ma, almeno finora, positivamente accolto e condiviso da diverse istituzioni e associazioni, riguardo ai percorsi di cura e alla costruzione della migliore autonomia possibile per le persone con problemi di salute mentale, che intende rimettere al centro le persone e creare un nuovo clima culturale, e se certo richiederà tempo potrà però costituire contemporaneamente uno strumento di lotta allo stigma e di crescita della società civile, favorendo l’implementazione di tutte le risorse già esistenti e promuovendo la co-progettazione di nuove iniziative, molto utile a evitare frammentazioni e autoreferenzialità.

Il C.U.PS. si è costituito ufficialmente come comitato giovedì 5 febbraio 2020 alle ore 9,30 a Genova Voltri, in Via Calamandrei 61/10, sede storica dell’associazione Prato Onlus, la quale sarà anche la sede del C.U.PS.; come da statuto, “il comitato si occuperà di persone con disturbi e disabilità psichici, anche in collaborazione con altre associazioni e soggetti istituzionali, con le seguenti finalità:


1) salvaguardarle dallo stigma e da ogni forma di discriminazione, tutelandone i diritti individuali e sociali nei luoghi di cura (Centri di Salute Mentale, C.A.U.P., ospedali), e in ogni altro luogo se ne evidenzi la necessità;

2) accrescerne la consapevolezza di sé e dei propri diritti e doveri, attraverso: a) l’incontro e l’autoaiuto, b) la partecipazione alla costruzione di obiettivi comuni attraverso riunioni regolari, per condividere informazioni, formarsi al dibattito e rappresentare infine istanze condivise;

3) favorirne l’autonomia, a partire dal tempo libero, attraverso attività ricreative e culturali di provata efficacia per incrementarne autostima e facoltà relazionali, per ambire poi ad una vita degna in tutti i suoi aspetti, compreso quello affettivo, attraverso il sostegno ad un progressivo e sostenibile inserimento nel tessuto sociale, abitativo e lavorativo della propria comunità;

4) fornire ai cittadini, a partire dalle scuole, in ogni luogo e con ogni mezzo di comunicazione appaia opportuno ed efficace, una corretta informazione sulla salute mentale, sia per prevenire lo stigma, sia perché si affermi una cultura dell’inclusione degli utenti psichiatrici nelle comunità, favorendone così il perseguimento di più alti e soddisfacenti livelli di benessere, emancipazione e qualità della vita.”

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